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Il nuovo arrivato in casa Google: BERT

Pubblicata

17 Dicembre

Anno

2019

Categoria

Novità

Il nuovo arrivato in casa Google: BERT

BERT è il nuovo arrivato in casa Google e da ottobre 2019 ha iniziato a lavorare.
La sua presentazione è stata un evento (è stato dichiarato come la più grande innovazione degli ultimi cinque anni) e da pochissimo è operativo anche nel nostro paese.  
Curiosissimi di conoscerlo, desideravamo incontrarlo e presentarlo anche a voi.

La tua faccia e il tuo nome sono conosciuti (chi non si ricorda i Muppets?), ma in Google come ti conoscono?

Il nome BERT sta per Bidirectional Encoder Representations from Transformer e aiuto Google Search nella comprensione ed elaborazione del linguaggio naturale.

Con il tuo arrivo si è parlato di un importante innovazione delle reti neurali artificiali

Questo perché sono capace di utilizzare un modello bidirezionale, cosa completamente nuova per le reti neurali artificiali
Per capire meglio, in precedenza il testo veniva esaminato in un'unica direzione (si parlava appunto di modello direzionale): da sinistra verso destra o da destra verso sinistra. 
Con il mio arrivo il testo verrà letto nel suo insieme contemporaneamente permettendo in questo modo di comprendere il contesto in cui ogni parola si inserisce. Sono infatti in grado di gestire le parole di una frase mettendole in relazione tra di loro.

Ma cosa è una rete neurale artificiale?

Cercando di semplificare, una rete neurale artificiale è un modello di calcolo matematico-informatico che cerca di imitare il più possibile il funzionamento dei neuroni biologici e il modo in cui sono collegati tra di loro. 
Le reti neurali sono basate su tecniche per la comprensione e l'elaborazione del linguaggio naturale: algoritmi in grado di analizzare e comprendere il linguaggio naturale, scritto o parlato. 
Il NLP, che sta per Natural Language Processing, è una branca dell'intelligenza artificiale che si occupa di linguistica e si propone di far sì che i computer possano comprendere il modo di comunicare degli esseri umani. Grazie al NLP le macchine imparano a capire il significato di segmenti di testo abbinati tra loro.

Come funziona il Natural Language Processing?

Un NLP come prima cosa analizza la morfologia, determinando la funzione delle singole parole; procede poi con la sintassi della frase per comprendere la struttura delle proposizioni e come le parole vengono messe in relazione tra loro ed infine si concentra sulla semantica, perché una parola può avere più significati anche se ha la stessa funzione all'interno di una frase. 
Il linguaggio umano è molto variabile e imprevedibile e le macchine hanno spesso problemi di comprensione perché si focalizzano principalmente sul significato delle singole parole.

Quindi l'elaborazione del linguaggio naturale non è uno strumento nuovo..

No, affatto. Si parla di elaborazione del linguaggio naturale da moltissimi anni (già nel  1950 Alan Turing parlava di comunicazione tra uomo e macchina), ma diciamo che io rappresento un grande passo in avanti proprio grazie al modello bidirezionale che sono in grado di applicare.
Grazie alla capacità di comprendere il contesto in cui si inseriscono le parole e, di conseguenza, alla miglior comprensione di quello che è il linguaggio naturale, aiuterò Google Search ad abbinare alle query degli utenti risposte molto più pertinenti.

Il tuo intervento, BERT, sarà necessario su tutte le query degli utenti?

No. Proprio perché il mio intervento servirà a comprendere quello che è un linguaggio naturale, molto più conversazionale,  si concentrerà sulle long tail queries (le domande più lunghe e complesse),  su tutte quelle in cui preposizioni e congiunzioni sono determinanti per comprendere le sfumature di significato della frase e sulle ricerche fatte tramite comando vocale, che è una tendenza in crescita.
Ma non tutte le ricerche sono conversazionali o contengono preposizioni o congiunzioni!
Fino ad oggi Google Search non era in grado di fornire risposte pertinenti a domande complesse, con il mio ingresso puntiamo a migliorare parecchio questo aspetto.

Come sarà il tuo rapporto lavorativo con RankBrain? Dove intervieni tu, lui non verrà utilizzato?

In realtà io e RankBrain siamo due algoritmi completamente differenti: lui analizza la query rapportandola a  domande similari già effettuate sulla base di ciò che ha immagazzinato nel tempo, in modo da poter proporre risultati migliori.
Io opero in modo differente. Nessuno dei due sostituisce l'altro, facciamo parte entrambi del team Google e all'occorrenza possiamo intervenire separatamente o congiuntamente per restituire risultati migliori.

In molti si sono già chiesti se esista un modo per ottimizzare le pagine web visto il tuo ingresso ufficiale in Google. È possibile?

Sono stato introdotto in casa Google per comprendere meglio il reale search intent di chi effettua ricerche grazie a una comprensione migliore del linguaggio umano.
Questo per dire che in realtà non c'è un modo. Non ci sarà niente di speciale da fare per me, ma se c'è qualcosa di speciale da fare è sicuramente per gli utenti. 
Lo stesso Danny Sullivan ha voluto dare un consiglio a chi crea contenuti e si occupa di SEO: pensare esclusivamente alle persone e non alle macchine che andranno ad analizzare il testo.

Concludiamo con questa risposta di BERT , per sottolineare come Google continui a portare avanti la filosofia degli ultimi anni, invitando ancora una volta a scrivere per le persone.