Logo Biznes
scroll

Cosa pensano i consumatori sul tema privacy?

Pubblicata

26 Novembre

Anno

2021

Categoria

Consigli

Cosa pensano i consumatori sul tema privacy?

Quante volte avete sentito parlare di privacy? E quante persone, magari sorseggiando un caffè al bar, siete stati costretti ad ascoltare mentre si lamentano di quanto ultimamente siamo spiati da Google o dal social network di tutto solo perché, magari, gli è apparso un annuncio su un prodotto che ha appena visionato su Amazon. A fronte di questo scetticismo Google si è domandato: cosa pensano davvero i consumatori europei sul tema pubblicità e privacy? Beh, Google l'ha potuto chiedere a ben 7000 consumatori

Nell'aria traspare un'aria di astio tra le due parti (inserzionisti e clienti), per sfatare questa teoria il colosso di Mountain View ha ingaggiato l'Ipsos (specialista in ricerche di mercato e sondaggi politici) e ha commissionato un sondaggio a livello europeo in merito alle preoccupazioni circa la gestione dei dati degli utenti

La ricerca ha evidenziato che gli utenti tendono a fidarsi e quindi a consentire l'utilizzo dei propri dati per scopi pubblicitari se percepisce che tale utilizzo viene fatto nel "modo giusto" e che quindi il marketing digitale può davvero essere un valore aggiunto per brand e clienti.  L'azienda deve quindi suscitare nel cliente una buona dose di "fiducia". Il consumatore vuole sapere esattamente come questi dati verranno utilizzati e vuole vederne i risultati perciò l'azienda deve essere "trasparente". Ma come poter conquistare la fiducia dei clienti?  Secondo Google i brand dovrebbero concentrarsi sul superamento delle aspettative (Jamie Barnard, Unilever, suggerisce: "Dimostrare il proprio impegno verso i principi etici richiede coraggio e contribuisce a instaurare un clima di fiducia"). 


Google, inoltre, offre alcuni suggerimenti che ogni professionista del marketing dovrebbe adottare per garantire che il marketing rispetti la privacy: 

  1. Renderlo significativo

Secondo Google i consumatori sono più propensi a condividere i dati quando sanno che riceveranno in cambio qualcosa e perciò quando percepiscono un valore per loro stessi. Un valore potrebbe essere risparmiare tempo, costi oppure ricevere annunci molto affini ai loro interessi. Largo quindi alla personalizzazione massima! La regola numero uno di ogni azione di marketing è sempre la stessa: conosci il tuo pubblico. 

  1. Renderlo memorabile

I consumatori vogliono essere consapevoli, non ammettono sorprese. La condivisione dei dati deve essere volontaria e soprattutto devono ricordare di averlo fatto. La maggior parte odia profondamente ricevere chiamate improvvise o inaspettate. In questo caso un ruolo fondamentale per creare fiducia lo gioca la trasparenza e l'onestà. I brand dovrebbero abbandonare l'uso di tecnicismi e informare gli utenti nel giusto contesto e con un linguaggio più chiaro e semplice, quando necessario, dovrebbero rassicurare i clienti con dei promemoria in cui ricordi loro quando e come hanno concesso il consenso. 

  1. Renderlo gestibile 

Il sondaggio ha svelato che l'80% delle persone è preoccupato per il potenziale uso improprio dei dati personali. Gli utenti vogliono avere il controllo, voglio avere la possibilità di disattivare o gestire la frequenza delle comunicazioni di marketing. 

Per concludere: fiducia, trasparenza, onestà sono le tre parole chiave che aiuteranno i marketers ad avere più informazioni sul proprio target di riferimento così da progettare campagne pubblicitarie più mirate e precise che porteranno così a un maggior profitto per l'azienda. Grazie Google!